Chloé Barreau
DIRECTOR / CREATIVE PRODUCER
IL CORRIERE DELLA SERA
foto Marco Ragaini
LA REGISTA FRANCESE
CHE AMA ROMA
PODCAST
Debutta il 25 novembre il nuovo audio documentario di Chloé Barreau, alla seconda esperienza narrativa sulla tela delle notti romane. Dopo aver esplorato Trastevere con «Stardust Memories» si è «spostata» al Pigneto.
Dopo aver esplorato Trastevere e riversato nel podcast «Stardust Memories» tutte le emozioni e gli incontri di una straniera appena sbarcata in città, la regista francese si è spostata al Pigneto per raccontare la vita notturna di
un quartiere (e della Capitale) attraverso la storia della sua regina, l’artista trans Lilith Primavera, cantante, performer, attrice, poetessa, femminista, personaggio underground della scena di Roma est.
Il risultato è «Malafemmina», quattro puntate da trenta minuti ciascuna (pubblicate dalla piattaforma Storytel)
che ripercorrono la vicenda di Lilith fuori dai luoghi comuni, per cambiare immaginario.
«Avevo sentito parlare di lei prima ancora di conoscerla. Ci eravamo incrociate diverse volte nella notte romana senza mai parlarci, mi faceva sempre un piccolo cenno del capo con un sorriso misterioso. C’era qualcosa che mi affascinava in lei e non sapevo cosa fosse» racconta l’autrice con il suo incantevole accento francese, all'inizio della serie.
Continua Barreau: «L’ho conosciuta quattro anni fa, è stato un colpo di fulmine amichevole. Volevamo raccontare una storia di donne con un podcast tutto al femminile, e abbiamo iniziato a lavorare durante il lockdown usando
il tanto tempo a disposizione. Il Pigneto è la roccaforte della vita degli artisti della notte, e Lilith è il centro
di questo piccolo mondo sempre alle prese con la precarietà ma comunque positivo. Mi piace questa dimensione popolare e inclusiva, tollerante. Una socialità meno codificata, più spontanea rispetto a Milano e Parigi».
Nella trama del podcast, sono state catturate anche le atmosfere delle serate di «Un discretissimo karaoke domenicale» animate da Lilith, e sono entrati personaggi come Lady Marù con il suo linguaggio fatto di espressioni idiomatiche come «sgongati» (precari) e «padella incrostata» per indicare il passato che non riesci a scrollarti di dosso.
E nella quarta puntata registrata durante la pandemia, la regista affronta il tema delle serate cancellate nei locali, da Fanfulla a Trenta Formiche, e dei lavoratori dello spettacolo che si ritrovano senza niente.
Roberta Petronio 23.11.2020
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